La genesi di una Teoria Generale per l’Intelligence delle Fonti Aperte fondata su prassi concretamente interdisciplinari ha richiesto, come era lecito aspettarsi, lo sviluppo di un proprio linguaggio disciplinare (o microlingua) più approfondito, maggiormente espressivo, più ampio di quello offerto dagli Intelligence Studies convenzionali. Il Microglossario descrive gli elementi costitutivi di questa microlingua, ne approfondisce le origini, ne delinea l’evoluzione semantica, evidenzia i prestiti epistemologici ottenuti dalle altre discipline e sottolinea le differenze con il lessico convenzionale degli studi di intelligence.
Con queste parole, meno di un anno, fa descrivevo il percorso che mi ha portato, nel 2019, a realizzare il Microglossario Interdisciplinare per l’Intelligence delle fonti aperte (Epoké, 2019).
Ma già nel 2014 – e poi ancora nel 2017 i primi due volumi della cosiddetta “trilogia dei layer” (Open Source Intelligence Abstraction Layer e Open Source Intelligence Application Layer) recavano il sottotitolo “Proposta per una teoria generale per l’intelligence (delle fonti aperte)”.
Il 17 agosto 2020 il Prefetto Carlo Mosca, che non ha bisogno di ulteriori presentazioni, nel corso della sua veramente notevole allocuzione in occasione della prima edizione del Premio “Francesco Cossiga per l’Intelligence” che gli è stato conferito dalla Società Italiana di Intelligence (SOCINT), richiamando il volume “I servizi e le attività di informazione e di controinformazione. Abecedario per principianti, politici e militari, civili e gente comune” (pubblicato dal Presidente Emerito per Rubbettino nel 2002), ha esplicitamente auspicato che i temi e i valori espressi in quel volume “…un giorno porteranno – mi auguro presto – alla definizione di una teoria generale per l’intelligence” (nel video a partire dal minuto 50 circa).
Le parole del Prefetto Carlo Mosca hanno l’effetto di sancire ufficialmente il fatto che una Teoria Generale per l’Intelligence (anche delle fonti aperte) – ovvero un costrutto teoretico robusto, ben costruito e condiviso per la disciplina degli Studi di Intelligence – emerge oggi come una necessità, come una urgenza anche, forse soprattutto, al livello istituzionale.
Tutto questo per chi vi scrive – che da 5 lunghi lustri porta avanti questa idea di “teoria generale” per l’intelligence – è motivo di sincera soddisfazione oltre che di rinnovato entusiasmo nella scelta di indirizzare il proprio impegno e le proprie risorse in questa specifica direzione.
E’ chiaro che il concetto di “teoria generale” evocato dal Prefetto Mosca potrà avrà alcune analogie e altrettante differenze da quello che descrivo nella mia “proposta di teoria generale per l’intelligence delle fonti aperte” ma ciò che è importante non sono tanto le differenze (che in un certo qual modo costituiscono un valore) quanto l’intenzione condivisa di perseguire con fiducia questa idea di generalità, di completezza, di condivisione con il fine della crescita e della innovazione disciplinare nell’Intelligence.
Solo attraverso un assetto teoretico robusto, ben fatto e ben narrato (Antiseri, I fondamenti epistemologici del lavoro interdisciplinare: premesse logiche e conseguenze socio-politiche, Armando, 1975) una disciplina – intesa come partizione artefatta del sapere – può esprimere lo scopo massimo per la quale essa viene creata: facilitare la trasmissione e la condivisione della conoscenza disponibile in un determinato ambito del sapere umano.
E non è un caso che nel 2017, a completamento della mia proposta di una teoria generale per l’intelligence delle fonti aperte, sia nata Intelli|sfèra la cui mission è proprio quella di integrare Idee, valori e contenuti per l’innovazione disciplinare nell’Intelligence delle Fonti Aperte e Originarie.
E affinché ci sia innovazione disciplinare è indispensabile il confronto di idee aperto, franco e disponibile; tra le istituzioni, l’accademia, gli esperti di dominio e tra gli stessi corpus disciplinari.
Siamo forse di fronte a una nuova primavera per gli Intelligence Studies? Io spero proprio di si.