Hope I live to tell
The secret I have learned, ’till then
It will burn inside of me°
Se anche a voi è capitato almeno una volta di non aver potuto resistere alla cosiddetta sindrome da classificazione compulsiva di oggetti (dai libri ai file, passando per i tappi di Chinotto, dagli oggetti fisici a quelli ideali, passando per quelli sociali) state tranquilli: una soluzione c’è.
Ad effetto placebo, ma c’è.
Tellico è un collection manager. L’ applicazione più immediata è quella relativa ai più comuni oggetti (fisici) come i libri, dischi musicali, francobolli, bottiglie di vino, figurine, tappi di Chinotto (appunto) ma anche anything else.
Tellico infatti ci permette di sviluppare la struttura delle collezioni degli oggetti che ci interessano di più, decidendo quali e quante caratteristiche censire. In altre parole, rispetto ad una determinata classe di oggetti e con riferimento ad un determinato livello di astrazione, ci permette di creare un database di osservabili °°.
Si possono quindi sviluppare quante collection si vogliono con tanti osservabili – tipizzabili per tipo di variabile e per valori accettati – quanti se ne ritengono necessari. Non solo, perché limitarci agli oggetti usuali? Volendo possiamo sviluppare una collection di idee, luoghi geografici, file, documenti, parenti, amici, dipendenti, fidanzate e – cosa che ci interessa di più – di fonti.
Basta stabilire quali osservabili censire, creare e tipizzare i relativi campi (numerici, alfanumerici, testuali, data, immagine, url, caselle di spunta, campi a valore multiplo e anche tabelle simil foglio elettronico) del database. Ogni osservabile può essere selezionato come “raggruppabile” e sono previste diverse funzioni di reportistica e ampie modalità ricerca (tramite filtri, gruppi, cluster o full text su tutto il database).
Il caso più frequente – che nel mio caso è anche quello più immediatamente utile e appagante – è la collezione di libri.
Tellico propone di default un certo numero di modelli di collection, il primo è proprio quello relativo alla gestione dei volumi di una biblioteca. Se avete molti libri e – come me – siete piuttosto pigri non fatevi spaventare dalla fase di data entry: è previsto un utilissimo sistema di ricerca e caricamento automatico, quando disponibili, delle informazioni relative ai volumi – autore, titolo, editore, ISBN, numero di pagine, anno di pubblicazione ecc. – attraverso l’interrogazione di server dedicati (per i testi editi in Italia ibs.it, ma anche la Biblioteca del Congresso). Tra le altre informazioni relative al volume viene caricata – quando disponibile – anche l’immagine della copertina (ovviamente modificabile e aggiornabile tramite upload di una immagine dal disco, dalla rete o anche direttamente dallo scanner).
La ricerca on line (full text tramite titolo, autore, isbn, ecc.) è piuttosto efficiente e la percentuale di libri trovati e caricati automaticamente è considerevole: considerata l’afa di un caldissimo pomeriggio estivo, lavorando in due persone, nel giro di poco più di due ore ho caricato circa 250 libri. Niente affatto male come prestazione (suscettibile di miglioramento in un piovoso pomeriggio invernale con brandy, cioccolato e caldarroste al seguito).
Insomma Tellico è un applicativo a largo spettro che grazie alle sue capacità di creare delle quasi–ontologie (anche se per quanto concerne questa specifica funzionalità Tellico non è paragonabile alle prestazioni di applicativi dedicati come Protégé e nemmeno alla profondità con cui DeepaMehta gestisce e costruisce di tipi di oggetti, proprietà e relazioni) può essere utilmente modellato anche per esigenze – non troppo spinte o magari utili ai fini didattici – di intelligence collection management.
Per quanto concerne l’Osint il pensiero va, si è detto, alle collezioni di fonti ma anche – come al solito – anche alle entità informative (inforgs) più semplici e comuni nell’intelligence delle fonti aperte: documenti, appunti, pre-stampe, file, basi di conoscenza, basi di dati, repository, individui, esperti, accademici, ecc.. Dimenticavo: Tellico gira sotto le più comuni distribuzioni Linux ed è rilasciato con licenza GNU General Public License.
Nelle prossime settimane qualche caso di studio più prettamente intelligence related. Stay tuned!
Note:
° ) Non è così difficile… ;) °°) “Un osservabile è una variabile tipizzata interpretata, cioè, una variabile tipizzata insieme con una asserzione di quale caratteristica del sistema in considerazione essa rappresenti. Due osservabili sono considerati uguali se e solo se le loro variabili tipizzate sono uguali, modellizzano la stessa caratteristica e, in quel contesto, una prende un dato valore se e solo se l’altra lo prende” (Floridi, L. and J. W. Sanders (2003). The method of levels of abstrac-tion. In M. Negrotti (Ed.), Yearbook of the Artificial. Nature, Culture and Technology. Models in Contemporary Sciences.)