Let’s get physical, physical
I wanna get physical
Let’s get into physical
cantava – sicuramente con altro e ben diverso carico semantico – nel secolo e nel millennio scorso (1981) Oliva Newton-John, nella famosa canzone Physical. In effetti non c’entra un bel niente con l’intelligence, è solo un arzigogolo per presentare un piccolo ma prezioso testo – edito da Due Punti – in cui mi sono imbattuto.
L’autore è un professore di fisica teorica e si propone di “…interpretare alla luce della teoria della complessità i fenomeni che accomunano ambiti solo apparentemente distanti come i sistemi sociali, il management, la biologia, la mente, le relazioni politiche, la meteorologia e molti altri“.
Ma la cosa più interessante, anche per quanto riguarda i temi che amiamo di più, è che il volume è anche una proposta “…che capovolga il modo consueto di interpretare o gestire questi sistemi… (omisssis) …se i sistemi sociali vengono guardati e gestiti con un approccio riduzionistico, meccanicista e facilmente funzionale al sistema verticistico e neo-liberale, si tratta invece di ripensarli nell’ottica aperta suggerita dalle scienze della complessità“.
Sistemi sociali, management, mente e ragionamento, relazioni politiche: tutte entità con le quali – e attraverso le quali – l’intelligence (ed in senso epistemologico la disciplina dell’intelligence) attiva relazioni significative di una certa… complessità.
Sarà forse per questo motivo che praticamente in ogni pagina di questo testo si trovano utili spunti di riflessione sia per l’ intelligence (intesa come disciplina, funzioni, attività ed organizzazione) sia per come l’intelligence approccia alla complessità degli ambienti e dei teatri strtegici all’interno dei quali è chiamata ad operare.
Alcune di queste riflessioni saranno riportate nei prossimi post.
Nel frattempo, buona lettura!