E va bene, è estate. O almeno dovrebbe esserlo, ormai. Ad ogni modo – anche se non adeguatamente supportati dalle condizioni meteo – ci sentiamo già in vacanza e abbiamo voglia di concederci qualche divertissement.
Per fortuna sul n° 63 (giugno 2014) della edizione cartacea di WIRED c’è un ampio, simpatico ed approfondito articolo (sei pagine, più o meno, comprese tre fotografie quasi a pagina piena) che parla di Carlo. E chi sarebbe questo Carlo?
Carlo – solo Carlo – è un uomo invisibile (nonché ingegnere informatico, NdA) che è stato a sua insaputa segnalato ai Servizi segreti dalla sua Università. Ma non c’è da preoccuparsi, non è sparito nel nulla senza motivo, come accade nelle peggiori spy story. Anzi, questa è una storia a lieto fine, perché poi i Servizi segreti lo hanno addirittura anche ingaggiato (come? ma con una telefonata… of course!) ed ora lavora come cyberqualcosa al servizio del Governo di Sua… vabè, del suo Governo, insomma.
La semplificazione è estrema, ma rende l’idea di come sono andate le cose per l’Ing. Carlo-solo-Carlo. E ad ogni modo l’articolo sarà stato certamente sottoposto, revisionato e approvato da chi di dovere, quindi non c’è motivo di dubitare della veridicità della storia – o meglio – dei fatti (e se non s’è capito bene il sarcasmo, lo sottolineiamo per bene in questo inciso).
A questo punto bisogna prima di ogni cosa chiarire che siamo tutti felici del “nuovo corso” intrapreso dal comparto dell’intelligence governativa del nostro Paese. Di passi in avanti – dalla comunicazione pubblica al marketing, passando per i gadget al ForumPA – oggettivamente ne sono stati fatti tanti. Qualcuno, a nostro parere, nel verso giusto (Una tesi per la sicurezza nazionale) qualche altro nel verso sbagliato (i filmini promozionali o, come in questo caso, certe apparizioni romanzate sulle testate più lette dalle nuove generazioni).
Questa volta però la domanda, è proprio il caso di dirlo, nasce spontanea (e chiediamo venia al DIS se la risposta non ci è così immediatamente chiara) ed è la seguente:
come può un operatore di intelligence – che dovrebbe spiccare per le sue capacità intellettive di visione, formalizzazione e analisi – essere rappresentato… SENZA LA TESTA?
L’ha persa? Non l’ha mai avuta? E’ una libera citazione di H. G. Wells o un più patriottico richiamo alla magnifica opera di Calvino?
P.S.: almeno ora è chiaro il vero significato della locuzione “cacciatori di teste“…