In una occasione di assoluta visibilità e importanza – l’edizione 2019 della NATO Information Assurance Symposium, la più grande conferenza NATO sulla questione della cybersecurity – uno dei maggiori player mondiali di questo settore (CISCO) ha effettuato quello che sembra proprio essere una specie di coming out cibernetico dalle conseguenze (forse) dirompenti per tutto il settore cyber-addicted.
Nel corso del suo intervento [qui le slide] nelle quali al NIAS2019 Edna Conway (Chief Security Officer, Global Value Chain di CISCO) ha, tra le altre cose, affermato qualcosa che lascia assai poco spazio alle interpretazioni:
“stop using the word ‘cyber’: it’s just a matter of layers”
(NOTA A MARGINE: qui noi avremmo voluto far inserire dalla regia scroscianti applausi con standing ovation più esplosioni di coriandoli e stelle filanti ma in NATO forse questo non sarebbe stato ritenuto peerfettamente consono…).
Da parte nostra non possiamo che essere felici del fatto che qualcuno stia (finalmente) rinsavendo dagli effetti deleteri della “sbornia para-cibernetica” nella quale la quasi totalità degli operatori di settore (fatte salve rarissime, illuminate eccezioni) ha scelto scientemente di crogiolarsi fino ad oggi.
Non possiamo però evitare di sottolineare – e con malcelata soddisfazione – che da quasi un decennio ci spendiamo, qui e altrove, per sostenere la tesi dell’uso aberrante, fuorviante e strumentalizzante che si fa del termine “cibernetica” (e dei concetti a esso relati) all’interno dei contesti in qualche modo connessi alla sicurezza strategica e, conseguentemente, all’intelligence.
In particolare già sei anni fa, nel 2012, con il paper “Critica alla ragion Cyber” segnalavamo l’abbruttimento e l’impoverimento concettuale al quale si stava sottoponendo il termine, criticando – in aperta polemica con tutto il comparto sicurezza/intelligence, istituzionale e non – tutti gli usi devianti del concetto di “cibernetica”.
Di più, la Conway ha voluto supportare questa significativa inversione di rotta indicando la necessità di migrare verso un nuovo approccio stratificato alla “sicurezza pervasiva” fondato proprio sul concetto di layer (technical security, network security, physical security, logical security, behavioral security).
Anche in questo caso – trattenendo a stento veementi manifestazioni di sentimenti di gioia simil agonistica – ricordiamo, senza tema di smentita, che questo tipo di concettualizzazione “a layer” è a fondamento della nostra trilogia sulla proposta di Teoria Generale per l’Intelligence delle Fonti Aperte e ciò almeno dal 2014, anno in cui fu pubblicato Open Source Intelligence Abstraction Layer (sebbene la concettualizzazione sia frutto di una ricerca iniziata 15 anni fa) poi seguito anche dai volumi Open Source Intelligence Application Layer (2017), Microglossario Interdisciplinare per l’Intelligence delle Fonti Aperte (2019) trilogia che si concluderà nel 2020 con Open Source Intelligence Fusion Layer.
Dunque oltre al primato del ruolo di Anticyber – che rivendichiamo con forza e orgoglio – ci conferiamo motupròprio anche la paternità intellettuale di quello che, con una buona dose di ilarità e un pizzico di magniloquenza, possiamo definire “Metodo della stratificazione concettuale tripartita nella Teoria Generale per l’Intelligence delle Fonti Aperte” (in realtà per il concetto dei layer tripartiti – Abstraction, Application e Fusion layer, ci si è liberamente e con riconoscenza ispirati al lavoro del Prof. Luciano Floridi, con la sua trattazione dei “Livelli di Astrazione”).
Ad ogni modo c’è da essere davvero soddisfatti che CISCO (che è CISCO…) si sia finalmente e ufficialmente schierata con i no-cyber (o no-more-cyber, fate voi…) anche se con un lustro di ritardo.
Chissà se tra le ragioni che hanno portato a questo mea culpa c’è anche il fatto che l’onda mielosa dello storytelling di tutto ciò che è cyber-addicted (cyberspace, cybersecurity, cyberintelligence, cyberthreat, cyberattack, cybercommand and so on…) comincia ad esaurire la sua forza propulsiva commerciale e non vende più come un tempo (e in tal caso si tratterebbe di pensare a qualcosa di nuovo e diverso che possa utilmente brandizzare tutta la questione).
Ad ogni modo polemiche e sarcasmo a parte: CISCO ci è arrivata. Adesso tocca aspettare che ci arrivino anche tutti gli altri soggetti – più o meno istituzionali – e che ci arrivi anche il Legislatore, che troppe volte ha infarcito di una inutile, contraffatta, pacchiana salsa para-cibernetica normative che avrebbero dovuto delineare ben altri (e alti) perimetri (ovvero concettuali e non “cibernetici”).
Il timore però è che l’attesa non sarà per niente breve. Tuttavia – per una volta, solo per questa volta – vogliamo provare ad essere ottimisti. Lo facciamo proponendovi un mini sondaggio al quale potete partecipare rispondendo alla seguente domanda:
Secondo voi chi sarà il prossimo cyber-player a decyberizzarsi?
Chi ci azzecca potrà aspirare al titolo di “Cavaliere Cibernetico del Sacro Ordine di Norbert” e sarà premiato con un bicchiere di nobile distillato di vino (metodo italiano).
Buona fortuna!